Nel corso della campagna di misurazioni delle chiese medioevali nell'area culturale ligure spiccano tra tutte quelle edificate dall'Ordine Benedettino. Nel dettaglio sono state misurate: la chiesa di S. Eugenio sull'Isola di Bergeggi (Sv), la chiesa di S. Michele di Noli (Sv), la Benedicta, sita nel comune di Bosio (A1), ma all'interno dell'area culturale predetta ed il Cenobio di S. Tomaso a Rapallo (Ge).
Della chiesa, edificata intorno al X secolo, restano le absidi comprensive
di monofore, i due altari, parte del muro meridionale ed il perimetro di
fondazione, nonché gli adiacenti ruderi del monastero. L'edificio
è stato oggetto di studi (Bonora, Calzolari, Codebò, De Santis
1999) atti a dimostrare l'esistenza di orientamenti
particolari. La ricerca ha dato risultati positivi in quanto:
La monofora SE della navata meridionale è orientata al sorgere
del sole al solstizio d'inverno (21/12) e nel giorno del Santo Natale nel
X secolo, avendo un azimut medio di 123,07° e una declinazione media
di -23,36°. Altresì è possibile ipotizzare altri due
orientamenti, verso l'alba dei giorni 28 e del 30 dicembre, dove si festeggiano
rispettivamente un S. Antonio, monaco di Lérins del V sec. e un
S. Eugenio, religioso milanese noto almeno dalla seconda metà del
VIII secolo, forse vescovo o confessore, che alcuni studiosi identificano
con il più famoso S. Eugenio vescovo di Cartagine a cui la chiesa
sarebbe dedicata.
La monofora dell'abside settentrionale sottende un azimut di 90' con
una declinazione del X secolo di 3,15° relativa al 28/03 ed al 14/09,
dove nella prima data si ricorda San Godranno re dei franchi nel VI secolo
e nella seconda la festa dell'esaltazione della Santa Croce, mentre è
interessante notare che il 29/03 si festeggia S. Secondo Martire, patrono
di asti e di Ventimiglia. Inquadrando la Liguria del X sec. in un ambito
"Gallico", e data la provenienza dei monaci, l'orientamento della monofora,
verso la festa del Santo franco e del patrono di Alb(i)um Intemelium, non
può apparire casuale.
L'asse della chiesa invece non risulta essere orientato verso giorni
particolari avendo un azimut di 81,6° e declinazioni sottese nel X
sec. di 6,21° e di -3,78° nella direzione opposta.
Eretta e gestita dal potente ordine benedettino di Lérins nel
X ? XI sec. la chiesa è da considerarsi gemella di quella di S.
Eugenio dell'isolotto di Bergeggi.
Inizialmente la chiesa aveva solo una navata con volta a botte ed abside
semicircolare, solo nel XII secolo fu aggiunta la seconda navata. Attualmente
è pressoché ridotta a rudere. L'edificio è posto sull'omonima
collina di S. Michele ed è facilmente raggiungibile tramite un sentiero
che parte da Noli. E' stata oggetto di misurazioni nel 1998 (Bonora, Codebò,
De Santis, Marano Bonora 2000).
La misura dell'asse ha dimostrato che l'abside è posta verso
l'alba del solstizio estivo (21/06) con un azimut di 58,5° e una declinazione
dì 22,8° (22,9° nel XI sec.). La declinazione 22,9°
è infine quella del sole intorno al 8-9 giugno quando anticamente
veniva festeggiato ad Albenga S. Michele Arcangelo, santo tipicamente longobardo
(cappelli 1998, pag. 177) attualmente festeggiato il 29/09. Verso l'azimut
opposto 238,5° la declinazione è di -13° corrispondente
al 14/02 ed al 28/10, il 14/02 sono ricordati i SS. Cirillo e Metodio,
più noti come Costantino e Michele evangelizzatori dei popoli slavi
nel IX secolo. Si può ipotizzare un intento volontario dato il santo
conosciuto anche con il nome di Michele. Il 28/10 sono ricordati i Santi
Simone e Giuda apostoli, figure comunque molto importanti nella liturgia
cattolica. Da quanto sopra si desume che la chiesa sia stata deliberatamente
orientata verso l'alba solstiziale e dei giorni dedicati ai suddetti Santi.
Priorato benedettino del XI secolo posto lungo la Strada Cabanera, divenne
successivamente di proprietà degli Spinola e fu raso al suolo nel
1944 per vicende belliche. Di pianta rettangolare, l'asse maggiore ad E
è grossomodo orientato verso il sorgere del sole al solstizio d'estate
(21/06) con azimut medio 56°43' e
declinazione media 24°01', mentre l'asse minore verso S è
orientato verso la minima stazione lunare con azimut 237°24' e declinazione
-17° 16'.
Lo studio del presente edificio, come il successivo di San Tomaso,
è stato presentato al I° convegno della Società Archeoastronomica
Italiana tenutosi a Padova il 28-29/09/2001 da Codebò M. e De Santis
H., ed inserito nell'articolo dal titolo "Studi di archeoastronomia nel
Genovesato".
1 ruderi del Cenobio, posti in località Santa Maria del Campo,
rispecchiano ancor oggi lo splendore che caratterizzava la struttura a
due navate di questo monastero benedettino prevalentemente femminile. Secondo
lo storico Arturo Ferretto il monastero fu fondato intorno al 1160, il
monastero fu sconsacrato nel 1582 ed i suoi beni furono improrogabilmente
alienati nel 1597, e da allora il convento fu destinato ad una lenta rovina
(Bacigalupo, Benatti, Carta).
L'asse maggiore della struttura (verso l'abside) è orientato
verso il sorgere del sole agli equinozi (21/03-23/09) con azimut 97°20'
(ho 6°30') e declinazione - 0°44'.
Tutti gli edifici religiosi edificati dall'Ordine benedettino misurati
finora hanno dimostrato di sottendere qualche orientamento astronomico
o sacrale. Ciò induce a continuare la campagna di misurazioni, studiando
anche chiese poste fuori dall'ambito culturale ligure, per poter affermare
con certezza che tale caratteristica
costruttiva costituiva prassi consolidata per i religiosi benedettini.
· Bacigalupo M.A., Benatti P., Carta E. "Rapallo - Le pietre che parlano", Comune di Rapallo (Ge).
· Biblioteca Sanctorum. Città Nuova Editrice Roma.
· Bonòra V., Calzolari E., Codebò M., De Santis
H. (1999). "Gli orientamenti delle chiese
del Caprione (Sp) e dell'isola di
Bergeggi (Sv) ". In
atti del XVIII congresso nazionale di storia della fisica e dell'astronomia,
Corno, Villa Olmo, Maggio 1998.
· Bonòra V., Codebò M., De Santis H., Marano Bonòra A. (2000). "Gli orientamenti astronomici delle chiese di S. Michele e di S. Lazzaro a Noli (Sv). In atti del XIX congresso nazionale di storia della fisica e dell'astronomia, Corno, Villa Olmo 28?29 Maggio 1999.
· Cappelli A. (1998). "Cronologia, cronografia e calendario perpetuo". Hoepli, Milano.
Gli atti completi relativi ai presenti studi con fotografie ed ulteriori
informazioni si trovano sul sito http://www.archaeoastronomy.it,
o contattando
Henry De Santis
membro: Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronornici,
Associazione Ligure Astrofili Polaris,
Società Astronomica Italiana.
Sono tomato ieri da Roma ed ho trovato nella posta l'intervento del
signor Veneziano. Per quel che mi riguarda, credo che nella parte di cui
parla della "fluorescenza" naturale delle rocce, abbia bisogno d'una rettifica.
Innanzitutto non di fluorescenza si deve parlare ma di "luminescenza":
la prima è temporanea, la seconda è permanente. Se in assenza
di luce solare c'è una permanenza di luce nel posto, di luminescenza
si tratta. La sua esposizione enciclopedistica "per amor di ragionamento",
deve essere calata nella realtà dell'oggetto indagato: le rocce
della grotta. Nessuno dei minerali da lui citati è presente in quelle
rocce, e posso dire che sono molto, molto rari in tutta la superficie terrestre.
Né si tratta "d'impurità" (cosa vorrà mai dire
in concreto questa categoria neoplatonica ?), dato che la luminescenza
è dovuta a vacanze e difetti reticolari.
La fluorescenza (per esempio l'emissione rossa del Rubino del prototipo
del primo Laser), non è dovuta ad impurità ma a vicarianze
naturalissime e diadochie altrettanto naturalissime di cationi con altri:
semmai è l'assenza di "impurità" a qualificare un materiale
come "artificiale" = perfetto = inattivo allo scambio energetico = morto.
In concreto: in quella grotta bisogna prima di tutto sapere qual è
la lunghezza d'onda di quella radiazione, dopo semmai si può cercare
tra le varie luminescenze naturali. E' meglio diffidare di quel che l'occhio
vede,.... perché vede molto poco. Se nell'ipotesi che la radiazione
sia blu, questo è certamente dovuto alla luminescenza blu-intrinseca
della Calcite, arcinota e dovuta a vacanze reticolari del gruppo CO3-.
Non è detto che quando c'è buio lei non ci sia più!
E' il modulo della radiazione che è più piccolo ed il nostro
occhio è troppo misero per recepirlo. Ritornando il sole lei scomparirà
di nuovo, dato che la magnitudo solare l'ingloba. Ritornerà ad essere
visibile quando sparisce la prima ... e la nostra retina sia non del tutto
irretita dal buio.
Prof. Roberto Chiari
Università di Parma, Dip. Scienze della Terra, Ist. di Petrografia
Ringrazio il Prof. Chiari per il suo intervento, fattomi avere tramite
il Prof. Enrico Calzolari. Tengo però a precisare che nel mio intervento
sulla circolare n° 2 non ho mai parlato di fluorescenza, che è
un fenomeno temporaneo, ma sempre di luminescenza o fotoluminescenza, fenomeno
che invece è permanente. Inoltre, ho
citato alcuni minerali che presentano tale fenomeno solo a titolo di
esempio; non ho mai affermato che essi fossero quelli presenti nelle rocce
del Caprione, anche perché, presumo che per saperlo bisognerebbe
eseguire un'analisi petrografica delle rocce stesse. Infine, per quanto
riguarda il fatto che la luminescenza non è originata dalle impurità
chimiche presenti nel reticolo cristallino ma è dovuto piuttosto
a vacanze e difetti reticolari, ringrazio il Prof Chiari della puntualizzazione.
Molto probabilmente (anzi, sicuramente) le poche informazioni al riguardo
a mia disposizione e riportate sulla scorsa Circolare provenivano da testi
alquanto datati (quello da me consultato era del 1968 !). Sono comunque
lieto che il mio intervento abbia stimolato la discussione, così
come dovrebbe essere in qualsiasi Associazione che, come la nostra, tenda
sempre più a migliorarsi e a migliorare le proprie conoscenze su
queste affascinanti tematiche.
Giuseppe Veneziano
19 - 26 settembre 2001 Convegno Internazionale: Megalitism and
Astronomy. Hesslingen am-Neckar (Stuttgart, Germania).
In tale occasione E. Calzolari presenterà i siti di Teufestein,
del Caprione, di Rocca Cavour ed altri siti francesi come facenti
parte di una possibile rete di antichi osservatori (ca. 3500 a.C.).
Tali siti, infatti, sono posti tutti a circa 45° di latitudine,
posizione dalla quale le costellazioni circumpolari non tramontano mai.
Per ulteriori informazioni contattare Enrico
Calzolari
28 - 29 settembre 2001 1° Convegno della Società Italiana
di Archeoastronomia (S.I.A.). Storia dell'astronomia antica e astronomia
storica Presso il Dip. dì Astronomia dell'Università di Padova,
Vicolo dell'Osservatorio, 2 - Padova.
In tale occasione tre nostri soci presenteranno altrettanti poster:
E. Calzolari: "Altare orientato all'interno di un nuraghe in Villanova
Franca - Oristano";
M. Codebò: "Archeoastronomia in Val Venosta: San Procolo
dì Naturno - Bolzano"; H. De Santis: "Studi di archeoastronomia
nel Genovesato".