ARCHEOASTRONOMIA LIGUSTICA

 

 

Pubblicato in: Atti del XII Seminario A.L.S.S.A. di Archeoastronomia, Genova 17-18 aprile 2010, pp. 51-53.

 

 

NUOVE INDAGINI SUL MONTE DI MEZZOGIORNO A STELLANELLO (SV)

 

Henry De Santis

 

 

1) Premessa.

Il presente studio è la continuazione delle ricerche presentate all’XI seminario di archeoastronomia (De Santis 2009), organizzato dall’Associazione Ligure per lo Sviluppo degi Studi Archeoastronomici.

L’indagine tende a verificare l’origine toponomastica e l’utilizzo, quale meridiana naturale, del “Monte di Mezzogiorno”, che si presenta all’osservatore con una cima maggiore, iniziale oggetto della ricerca, ed un’anticima di quota più bassa, posta sulla sinistra. (foto 1).

 

 

Foto 1

Il monte di Mezzogiorno (sullo sfondo al centro) e la sua anticima (sullo sfondo a sinistra).

 

 

2) Le nuove ricerche.

Dalle iniziali ricerche era risultato che sulla linea meridiana della cima principale non ricadeva alcun insediamento di rilievo. A quel punto l’indagine si è spostata sull’anticima più bassa dove, tracciando l’asse meridiano, si incontrano i ruderi del castello dei Clavesana del XII-XIII secolo (foto 2-3).

 

 

    

Foto 2-3

Ruderi del castello

 

Il castello potrebbe rappresentare il luogo da cui si utilizzava come meridiana l’anticima, ed allo stesso tempo, il sito dove si è originato il nome del Monte.

Quanto sopra è già statto riscontrato nei territori rurali appenninici, alpini e prealpini (Codebò 1994, 1997, 2006; Codebò - De Santis 2003, 2009; De Santis 2005).

Allo scopo di verificare l’ipotesi, è stato effettuato un nuovo sopralluogo al mezzogiorno vero del 10 aprile 2010 (ore 13:29:04), ponendosi sulla linea meridiana che congiunge la predetta anticima ai ruderi del castello. Effettivamente si è potuto riscontrare il passaggio del sole, al suo culmine, sulla verticale del cocuzzolo (foto 4).

 

Foto 4

Il Sole, al suo culmine, sulla verticale dell’anticima, visto dai ruderi del castello.

Sulla destra la cima principale del monte di mezzogiorno.

 

4) Conclusioni.

La verifica sperimentale sul campo ha consentito di dimostrare, con buona probabilità, che l’insediamento “colto” da cui si utilizzava il Monte quale meridiana era proprio il castello.

Ciò di cui non si è ancora trovata prova è quando sia effettivamente avvenuto lo slittamento del toponimo dalla cima secondaria a quella principale. Allo scopo sono state effettuate dalla dott.ssa Eleana Marullo, specialista in toponomastica storica, delle ricerche presso l’Archivio di Stato di Torino che hanno consentito, al momento, di accertare che nella cartografia napoleonica il toponimo era già slittato.

 

5) Bibliografia.

 

 

·        Codebò Mario (2006). Archeoastronomia in Val di Fassa (TN). In Rivista Italiana di Archeoastronomia IV 2006.

 

·        Codebò Mario, De Santis Henry (2003). Studi di archeoastronomia nel Genovesato. In Atti del I Congresso Nazionale S.I.A. di Archeoastronomia, Astronomia antica e culturale e Astronomia storica, Padova 28-29/09/2001.

 

 

·        De Santis Henry (2005). Montagne meridiane dell’Appennino Ligure. In Atti del VIII Seminario A.L.S.S.A. di Archeoastronomia, Genova 2005.

 

·        De Santis Henry (2009). Breve analisi della possibile funzione meridiana del monte di mezzogiorno di Stellanello (SV). In Atti dell’XI seminario A.L.S.S.A. di Archeoastronomia, Genova 2009.

 

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